L’eburneo plettro a lamentosi accenti
Desta il pallido Arnò da un’infeconda
Balza di Pindo, e par che a lui risponda
L’impietosito tremolio de’ venti.

Nella soggetta valle a passi lenti
Scorre piagnendo dolcemente l’onda,
E attento l’usignuol tra fronda e fronda
Tace ascoltando i febili lamenti.

Egli d’Eufemia e di Ruggero il fato,
Ei la dura virtù, gl’infausti amori,
Il rimorso e l’error piagne affannato.

Bagnano intanto i lagrimosi umori
L’arida balza, e l’infecondo lato
Di mesti s’abbellì soavi fiori.